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I Japan RPG sono morti... Lunga vita ai Japan RPG

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view post Posted on 24/8/2021, 22:34     +3   +1   -1
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Mentre mi godo la consuetudinaria brezza serale con un bel bicchierozzo di Amaro Luxardo Abano in questi ultimi giorni di relax prima della tempesta, mi è venuto uno di quegli sciagurati attacchi di nostalgia.
Non solo, perché mista alla nostalgia c'è pure quel pizzico di malinconia; la consapevolezza degli anni ormai andati che non torneranno mai più indietro, e non soltanto in termini di età. Anni d'oro soprattutto per un genere, per la precisione quello dei Japan RPG, il quale ha raggiunto il viale del tramonto (IMHO naturalmente, eh... sia mai qualcuno dovesse pensare che la mia parola sia Vangelo).
Come saprete (almeno per chi ha letto la mia presentazione), sono un grande appassionato di arcade; estimatore di giochi prevalentemente hardcore dove gameplay, tasso di sfida e difficoltà sono gli elementi che fanno sì io possa raggiungere il Nirvana ancor più di una sbronza a suon de 'Il girone dei dannati' (per chi non lo conoscesse si tratta di un drink a base di assenzio e altri liquori con il quale è meglio non esagerare). L'essenza del gaming per me è questa, ovvero tutto ciò che sprona a dare sempre il massimo per superare qualsivoglia ostacolo con tenacia e tecnica, totalizzando di conseguenza record su record ed andare oltre i propri limiti.
Eppure amo al tempo stesso e incondizionatamente le storie, quelle che vengono raccontate in un genere che porto nel cuore: i Japan RPG. Il mio avatar dice tutto (o quantomeno dovrebbe) sull'opera che più di ogni altra appartenente a tal categoria sia riuscita a rapirmi e folgorarmi in maniera totalitaria.
Ah che viaggio quello di Fei e compagni. Che storia quella raccontata da Tetsuya Takahashi e sua moglie Kaori Tanaka (meglio nota con lo pseudonimo di Soraya Saga), insieme al contributo del talentuoso Masato Kato. E che colonna sonora quella di Yasunori Mitsuda; tutt'oggi fischietto in macchina i temi del capolavoro targato Square.
Ora però vi chiederete dove io voglia andare a parare (mamma quanto siete impazienti, eheheh). Ebbene, magari per qualcuno passerò per il vecchio boomer che si lamenta dei bei tempi andati, che era tutto meglio prima. Però sì, sono qui per dirvi che i videogiochi di ruolo di matrice nipponica sono morti da tanto, troppo tempo.
Tralasciando che bene o male vengano trattati sempre gli stessi temi, le medesime storie e situazioni trite e ritrite, quello che proprio non mando più tanto giù dei Japan RPG degli (almeno) ultimi quindici anni (e sono buono) è che non hanno nemmeno più un'identità. Persa innanzitutto nel gameplay, perché forzatamente infarciti di sterco per allungare il brodo e annacquarli senza pietà alcuna (e se no come durano ottanta ore di sola storia, neh?).
Mondi vasti ed enormi, ma privi di carattere e vuoti. Numerosissimi personaggi, ma involucri vacui che al massimo ti sanno dare fetch quest ridicole per farti girovagare a zonzo come un cretino per la mappa e qui potrei aprire la parentesi Xenoblade: sono consapevole di toccare un gioco assai amato, ma a me, eccezion fatta per la storia (che comunque non raggiunge mica la profondità vista in Xenogears, pur provando a toccare tematiche legate al destino parallele al capolavoro PS1) e per l'art direction, non ha detto un bel niente.
Altro esempio di gioco sciacquato e tirato per le lunghe con sezioni prive di mordente messe lì per farlo durare il più possibile. E le missioni secondarie, mio Dio che atrocità! Ma è legale concepire cotanto letame videoludico? Che fine hanno fatto le VERE attività secondarie che spronavano il videogiocatore a girare in lungo e largo per il mondo e perdersi in quell'universo narrativo fatto di grandi personaggi e racconti?
Un po' la stessa cosa che fa Persona 5 con quei maledetti Memento. Gran gioco, ma i Memento sono un'invenzione stupida. Ok il grinding, ma gestire meglio l'idea, no? Tralasciando io abbia preferito maggiormente i capitoli 3 e 4, il quinto resta senza dubbio un ottimo Japan RPG, ma lontano dalla qualità di un tempo.
Lasciamo poi perdere i due Ni no Kuni che sono di una noia mortale e ancor peggio in italiano perché distrutti da un adattamento penoso che fa perdere pure quelle meravigliose sfumature che vanno ad arricchire l'opera. Rimane in ogni caso uno scempio dal punto di vista ludico e non si può giustificare tutto perché "eh, ma c'è lo Studio Ghibli". Me ne sbatto altamente della presenza degli artigiani dell'animazione giapponese se mi crei un prodotto che per il buon 60% delle volte non fa che allungare il brodo e farti ripetere azioni fino allo sfinimento, proponendo dungeon piatti, un battle system da rivedere e un segmento aggiuntivo su PS3 (rispetto alla versione DS) che va indubbiamente a rafforzare la storia, ma anche a far cascare i coglioni a terra per quanto sia tutto diluito col piscio. Per certi versi era forse meglio su Nintendo DS. Ah, Ghibli qua, Ghibli là, ma dopo la presenza frequente di loro filmati si raggiunge poi un punto in cui svaniscono totalmente. Persino le cutscene più importanti non hanno il filmato anime. Ma ehi, c'è lo Studio Ghibli, il gioco è bello per forza e poi neanche capiscono i suoi valori.
Lasciam perdere poi la serie Tales of che dopo Symphonia e Vesperia è diventata marciume (il più bello resta comunque il primo: Phantasia), Star Ocean, Ys, ed ovviamente Final Fantasy.
Delle nuove saghe come Bravely Default oppure Octopath Traveler non salvo nulla; sono solo Japan RPG che cercano di emulare e riproporre lo stile di un tempo, ma senza le qualità necessarie per poterlo fare. Non basta creare battle system riusciti e rinnovati per regalare esperienze degne del periodo aureo del genere.

Potrei star qui a menzionare titoli su titoli, validi e raccapriccianti; hanno tutti un elemento in comune: sono dei cazzo di bagnoschiuma diluiti con l'acqua. Sembra quasi che l'obiettivo dei publisher non sia più raccontare una storia – bella o brutta che sia –, ma creare dei grossi contenitori pieni zeppi di contenuti deleteri per inghiottire i videogiocatori il più possibile all'interno di questi pessimi mondi. Il più delle volte alcune opere propongono pure grandi intenzioni, ma immancabilmente si perdono nel proporre le medesime puttanate atte ad incrementare il counter delle ore.
Perché in fondo siamo tutti un po' stronzi e ci piace ripulire la mappa da tutti quei "?" o simili. Chissene se la missione di maggior profondità è "per favore, recupera tre dei miei gattini".
Pur di arrivare a cento o duecento ore di content totale, ben venga proporre un 70% di piattume (e anche pattume).
Senza contare i giochi di ruolo giapponesi che inseriscono meccaniche ed elementi totalmente estranei al genere, giusto perché fa figo; vanno di moda.
La colpa probabilmente è nostra che non sappiamo più apprezzare le cose come quand'eravamo ragazzini, ma è anche vero che molte delle gloriose software house del passato sono decedute o hanno perso il proprio smalto da eoni. E io sono oramai stufo, stanco di perdermi in questi mondi non per la mia volontà di scoprire e sviscerare i segreti e il background narrativo degli universi imbastiti dagli sviluppatori, ma perché mi sento forzato a farlo. C'è quella missione secondaria patetica lungo la strada, però che fai non la risolvi prima di tornare sui tuoi passi? Ed è così che ti fottono.
Motivo per cui mi sono scocciato di seguire tali produzioni. Qualora dovessero tornare alla profondità e qualità di un tempo, allora ne riparleremo. Tuttavia il periodo aureo dei Japan RPG è giunto al suo termine già da un pezzo. Quanto offerto nella quarta e quinta generazione di console (16 e 32/64 bit) è solamente un lontano ricordo. Il ricordo di avventure sensazionali, longeve quanto basta e arricchite di reali contenuti atti ad approfondire a 360 gradi l'opera.
Ogni missione secondaria di Xenogears sembrava primaria tanto che si amalgamavano bene nell'ecosistema generale della produzione. E questo valeva per quasi tutti i giochi di ruolo nipponici di quegli anni. Non per forza capolavori o pietre miliari del genere come Suikoden II, Chrono Trigger, Final Fantasy IV e Xenogears, ma anche quelli più grezzi ed acerbi avevano sempre qualcosa da dire; un motivo per essere giocati e vissuti: profondità e anima.

L'ultimo titolo che mi ha fatto respirare le atmosfere del passato e la cura tipica degli anni d'oro è stato Lost Odyssey di Hironobu Sakaguchi, il miglior Japan RPG della settima generazione. E in larga parte anche XenobladeX (che pur con i suoi difetti, decisamente meglio di Xenoblade per Wii) e ci metterei pure The Last Story (sempre del papà di Final Fantasy; meno articolato e più semplice/fiabesco, ma comunque impattante).
Tutto il resto è fuffa.

Con la speranza che qualcosa possa cambiare, non posso che rimpiangere i tempi di Rudora no Hihou, Estpolis Denki I & II (Lufia), PoPoLoCrois, Lunar: The Silver Star Story, Rondon Seirei Tanteidan, The Legend of Dragoon, Breath of Fire, Daikaijuu Monogatari I & II, Idea no Hi, Energy Breaker, Seiken Densetsu I & II (Secret of Mana e, stando al rifacimento odierno, Trials of Mana), Chaos Seed: Fuusui Kairoki, Live A Live, G.O.D. Mezameyo to Yobu Koe ga Kikoe, Bahamut Lagoon, Vagrant Story, Ningyo No Rakuin, Volfoss, SaGa Frontier I & II, Romancing SaGa 1, 2 e 3, Akazukin Cha Cha, Bakumatsu Kourinden Oni, Golden Sun, Emerald Dragon, Fushigi no Dungeon e tantissimi altri. E ci ficco pure la parentesi Super Mario RPG, Mario e Luigi: Superstar Saga e Paper Mario.
Sì, su quest'ultimo potrei aprire una gran lunga parentesi su come Kensuke Tanabe debba scomparire dal globo e di quanto Intelligent Systems abbia distrutto un brand meraviglioso. Un brand che non fa nulla per tornare ai fasti di un tempo e sebbene io legga in giro che The Origami King sia un ottimo gioco... beh, in realtà trovo penoso pure quello (seppur meglio dello scempio Sticker Star e del putrido Color Splash).
I Paper Mario non avevano nulla da invidiare ai grandi classici del genere, anzi... insieme a Super Mario RPG e Mario e Luigi: Superstar Saga (i seguiti passabili, eccezion fatta forse per Dream Team) erano quell'alternativa originalissima che non guastava affatto e che donava linfa ai Japan RPG. Però sono altre due serie morte.
Quant'era bello il primo Paper Mario (che io preferisco anche all'altrettanto meraviglioso Il Portale Millenario), ma oggi bisogna giocare l'indie che risponde al nome di Bug Fables per riprovare un po' le sensazioni dei videogiochi maruolistici (termine coniato da me) oramai morti e sepolti.

Scusate per il trattato, ma dovevo sfogare questa mia repulsione per ciò che è diventato oggi il genere dei Japan RPG, a me tanto caro.

E per quanto i Japan RPG siano morti... Lunga vita ai Japan RPG.

-il Gu Fantasma-

 
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Tidus79
view post Posted on 25/8/2021, 15:45     +1   +1   -1




Mi sono preso la briga di leggere tutto sono del 79 quindi più o meno condivido quanto hai scritto.

Per quanto mi riguarda l'epoca d'oro dei Gdr Jap l'ho vissuta a cavallo delle prime due Playstation (fine 90-primi anni duemila) dove ho visto nascere/morire numerose serie come Suikoden,Shadow Hearts,Dark Cloud/Chronicle ecc...

Salvo ancora qualcosina per Xbox 360 tipo Lost Odyssey e anche su Ds in Jap titoli interessanti sono usciti (ma non sono stati tradotti).

Il lento declino é iniziato da FF XIII in poi attualmente per giocare titoli decenti "old school" uso la Switch Lite e vado di Remaster (l'ultima che ho preso SaGa Frontier)
 
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view post Posted on 26/8/2021, 17:28     +1   +1   -1
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Ti ringrazio per aver dedicato parte del tuo tempo alla lettura di questo mio post nostalgico/sfogo; mi fa molto piacere.
Fa male al cuoricino accettare la morte di tante serie meravigliose del passato, a maggior ragione se i nuovi esponenti del genere sono ben lontani dal raggiungere certe vette autoriali ed artistiche.
Qualcosina, come dici giustamente pure tu, si salva, ma è una misera e triste goccia nel mare.
C'è fin troppo appiattimento; tralasciando la brutta parentesi Final Fantasy XIII, gli sviluppatori nipponici è proprio dalla settima generazione che hanno perso la bussola.
Complice pure che tutti i grandi talenti hanno lasciato le grandi software house: inevitabili, ecco i risultati.
Ho avuto la fortuna di giocare svariati Japan RPG mai arrivati qui da noi in un periodo che andavano di moda Final Fantasy e tutti i grandi classici che conosciamo.
Inconsapevoli di quel che esisteva al di fuori del nostro piccolo cerchio, ci siam persi un fottio di robetta strabella; eppure quel "poco" che arrivava era di qualità sopraffina (sorvolando sulla questione traduzione e adattamenti).
Altri tempi...
 
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view post Posted on 26/8/2021, 22:03     +2   +1   -1
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Ciao e devo purtroppo prendere atto che hai pienamente colto la realtà delle attuali proposte di RPG.
Credo che la colpa sia un po anche della generazione "giovane" che non ha vissuto la realtà dei grandi titoli di un tempo, studiati e realizzati con una vera proposta di gameplay e avventura.
Oggi quello che trascina la moltitudine è la grafica, gli effetti speciali e una ricerca dell'ennesimo trofeo..
Anche chi sviluppa si concentra maggiormente su quello che la gente vuole vedere, già nei trailer e nelle Beta Version lo story non è approfondito ma si recuperano feedback per il proseguo dello sviluppo.
Un tempo chi sviluppava un proprio progetto lo esponeva al pubblico a scatola chiusa, mettendo dentro le proprie fantasie, idee, e anche i propri sentimenti.
Oggi in ballo ci sono troppi interessi economici e di tempistiche da rispettare, vedi Metal Gear o Cyberpunk..
Per riavere ciò che al momento si pensa perso si dovrà aspettare chi vuole osare.. sicuramente sarà quel titolo che meno ti aspetti, che avrà avuto meno pressioni e che magari con un budget ridotto sarà riuscito a mettere dentro la vera essenza di ciò che deve essere una avventura fatta col cuore.
 
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Tidus79
view post Posted on 27/8/2021, 11:36     +1   +1   -1




Oggi la moda é questa: Open World con durata minima 50 ore + grafica spettacolare e Boss Battle da affrontare su binari tipo film.

Che il gioco si chiami Witcher,God of War, Metal Gear,Final Fantasy,Assassin's Creed trovate lo stesso canovaccio ripetuto all'infinito.

Triste ma vero (:
 
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view post Posted on 28/8/2021, 23:17     +1   -1
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CITAZIONE (Valkeynos @ 26/8/2021, 23:03) 
Ciao e devo purtroppo prendere atto che hai pienamente colto la realtà delle attuali proposte di RPG.
Credo che la colpa sia un po anche della generazione "giovane" che non ha vissuto la realtà dei grandi titoli di un tempo, studiati e realizzati con una vera proposta di gameplay e avventura.
Oggi quello che trascina la moltitudine è la grafica, gli effetti speciali e una ricerca dell'ennesimo trofeo..
Anche chi sviluppa si concentra maggiormente su quello che la gente vuole vedere, già nei trailer e nelle Beta Version lo story non è approfondito ma si recuperano feedback per il proseguo dello sviluppo.
Un tempo chi sviluppava un proprio progetto lo esponeva al pubblico a scatola chiusa, mettendo dentro le proprie fantasie, idee, e anche i propri sentimenti.
Oggi in ballo ci sono troppi interessi economici e di tempistiche da rispettare, vedi Metal Gear o Cyberpunk..
Per riavere ciò che al momento si pensa perso si dovrà aspettare chi vuole osare.. sicuramente sarà quel titolo che meno ti aspetti, che avrà avuto meno pressioni e che magari con un budget ridotto sarà riuscito a mettere dentro la vera essenza di ciò che deve essere una avventura fatta col cuore.

Non posso che quotare ciò che dici, ed è un vero peccato come sta evolvendosi questo medium.
Di certo non disprezzo le novità, però trovo siano sprovviste di quel qualcosa che caratterizzava i videogiochi di un tempo. Forse manca proprio la genuinità.
D'altronde, come giustamente sottolinei, oggi i rischi sono troppi, il budget necessario per sviluppare un tripla A, assurdo.
Ed ecco come siamo arrivati all'omologazione totale, ad uno standard unico e ad un pubblico sempre più abituato a queste proposte videoludiche, incapace di apprezzare produzioni più peculiari e dal concept ricercato.
Talvolta la critica stessa è incapace in quanto se un'opera non raggiunge i valori di un The Last of Us allora è sterco a prescindere.
Rispondendo all'ultima parte del tuo messaggio, se spesso sono quasi sempre gli indie a sorprendere maggiormente un motivo ci sarà: non hanno pressioni e arrivano con le idee dove la tecnologia non può; proprio come negli anni passati. Trovo il mercato tripla A, salvo le dovute eccezioni, ormai fin troppo stantio. Peggio ancora la proposta ruolistica giapponese.
La mia attenzione infatti è tutta riversata su Eiyuden Chronicle di Yoshitaka Murayama, il creatore della splendida serie di Genso Suikoden.
L'unica mia preoccupazione è che il gioco non si riveli una brutta sorpresa come Mighty n. 9 di Keiji Inafune (che fa abbastanza schifo) e Bloodstained: Ritual of the Night di Koji Igarashi (titolo che può allacciare solo le scarpe a grandi Castlevania quali Symphony of the Night, Aria of Sorrow e Order of Ecclesia). Ha fatto decisamente meglio con gli altri due Bloodstained che prendono ispirazione dai classici Akumajou Dorakyura.
Speriamo non ci sia il due senza tre come al solito, eheheh.

CITAZIONE (Tidus79 @ 27/8/2021, 12:36) 
Oggi la moda é questa: Open World con durata minima 50 ore + grafica spettacolare e Boss Battle da affrontare su binari tipo film.

Che il gioco si chiami Witcher,God of War, Metal Gear,Final Fantasy,Assassin's Creed trovate lo stesso canovaccio ripetuto all'infinito.

Triste ma vero (:

Eh già, come nella settima generazione la moda fu FPS/TPS con co-op offline e online (tanto da massacrare pure Dead Space con il terzo capitolo).
Dio quanto è stata piatta quella gen. Fortuna che vi erano svariate IP di spessore e diverse gemme nascoste.
Rispondendoti poi all'altro tuo messaggio quando dici che vai di remastered, fa capire quanto stia messo male il genere dei Japan RPG.

-il Gu Fantasma-

 
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view post Posted on 31/8/2021, 09:59     +1   -1
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ciao, mi incuriosisce che nella tua riflessione non esca mai la saga di Dragon Quest...
Che ne pensi a riguardo?
 
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view post Posted on 31/8/2021, 16:24     +1   -1
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Ciao, caro Zooyorker.
Ti ringrazio per aver evidenziato qualcosa sui cui effettivamente non mi sono espresso (e ingiustamente, aggiungo).
In effetti ero così preso dalla malinconia (e dall'amaro che mi stavo gustando durante la stesura di questo topic eheh) che mi sono soffermato un po' troppo sul male del genere, sulle nuove proposte ai miei occhi poco allettanti e sulle serie morenti, tanto da non menzionare affatto Dragon Quest.
Premettendo che ho citato svariati titoli, ma pur sempre una goccia nel mare rispetto al marasma di Japan RPG bellissimi esistenti sul globo, nel mio "tantissimi altri" erano incluse – chiaramente – altre meravigliose (o comunque valide) produzioni.
Infatti non ho menzionato gioconi del calibro di Eternal Arcadia (o Skies of Arcadia che dir si voglia), Rogue Galaxy (dove Level-5 a mio avviso ha fatto decisamente meglio rispetto ai due Ni no Kuni), i due Grandia (da giocare rigorosamente su Saturn, il primo, e su Dreamcast, il secondo; evitate quella roba oscena su console Sony e purtroppo pure le remastered uscite di recente), i due Jade Cocoon, Legend of Legaia, Valkyrie Profile, la serie di Shin Megami Tensei, Tenchi Sōzō (Terranigma, insieme agli altri due titoli della trilogia: Soul Blader e Gaia Gensouki), Mother (Earthbound), Secret of Evermore (tra l'altro esclusiva del mercato Occidentale), Brave Fencer Musashi, Koudelka, Parasite Eve e ancora numerosissimi altri.
Diciamo che ho insomma scritto i primi che mi sono venuti in mente, di getto. Molti dei quali a cui sono più legato, va detto.
Non tutti i sopracitati son dei capolavori, intendiamoci.
Tuttavia preservano ed incarnano lo spirito e l'essenza di un modo di sviluppare questo genere di videogiochi che ahimè ritrovo sempre meno nelle produzioni odierne. Non condanno l'evoluzione e il cambiamento, ma la perdita di identità sì. Super Mario e Zelda sono le due serie Nintendo per antonomasia simbolo di mutazione e tradizione che si fondono in modo perfetto.
Non venererei di certo Breath of the Wild se fossi semplicemente il nostalgico che pretende la stessa solfa ad ogni iterazione e guai a cambiarmi la formuletta magica (in un altro topic mi lamentavo di come l'evoluzione abbia appiattito un bel po' il medium, ma resto comunque favorevole al cambiamento; purché sia valido e non faccia morire tutto il resto come purtroppo sta succedendo).
Eppure l'ultimo capitolo, per quanto abbia completamente stravolto e rivoluzionato la serie (ritornando alle origini), mantiene al contempo ciò che è Zelda. E questo, amici miei, non lo sanno fare tutti i giochi.
Però effettivamente su una serie come Dragon Quest, vetusto emblema del genere, qualche parolina è doveroso spenderla.
Ho forse dato troppo per scontato che essendo la rappresentazione massima dei Japan RPG in patria, fosse la serie simbolo del classicismo, di un modo di realizzare questo tipo di produzioni; di conseguenza una delle poche che ancora resiste alla morte di questa categoria di titoli.
Resiste proprio perché il Giappone sa anche essere un popolo dalla cultura molto tradizionalista e questa saga mantiene vividi gli stilemi del gioco di ruolo nipponico.
D'altronde è il primo esponente non solo di una serie amatissima e veneratissima in madrepatria, ma anche del genere in sé, rivolgendosi ad un pubblico prettamente di nicchia e che vuole esattamente il classicismo da questo tipo di produzioni. Dunque si evolve, ma mai troppo; conserva le caratteristiche che l'hanno reso tanto celebre nel Sol Levante: i giapponesi ESIGONO che Dragon Quest non muti mai.
Evolversi sì, ma cambiare formula e stile assolutamente no.
Questa può anche essere un'arma a doppio taglio, in quanto la serie Enix forse è pure fin troppo conservativa, ma in Dragon Quest ritrovo comunque una fortissima identità che grida Japan RPG da tutti i pixel/poligoni.
Inoltre credo pure che mantenga viva l'essenza in quanto, a differenza di altri brand morenti, in Dragon Quest vi è ancora la vecchia guardia (Yuuji Horii, Akira Toriyama e Koichi Sugiyama; quest'ultimo ancora compone musica, a novant'anni; beh, lui è un maestro).
A livello personale io ho adorato follemente Dragon Quest III, nel suo splendido rifacimento per Super Famicom.
Meravigliosi anche il V e l'VIII, non da meno però VII e IX.
Ho giocato il primo perché ero curioso di conoscere le origini del genere che più amo e devo dire che nella sua tremenda semplicità (di meccaniche; il gioco è tutt'altro che facile, eheh) è un prodotto grazioso e da non lasciarsi scappare qualora ci si voglia ritenere intenditori ed appassionati del genere.
E non può mancare il primo Final Fantasy, nonché il IV che rivoluzionò il modo di narrare le storie nei giochi di ruolo di matrice nipponica.
Bellissimo pure Dragon Quest XI, tuttavia non sono riuscito ancora a completarlo perché è un'opera che richiede moooolto tempo e ormai non ne ho più in abbondanza come quando ero ragazzino (eh già; i videogiochi sanno sempre ricordarmi che sono vecchio).
Difficile trovare capitoli meno riusciti. Chiaro poi non manchino i più quotati (per molti l'VIII, io invece sono indeciso tra III e V), ma in generale è un brand che mantiene una qualità distinta (escludendo il X che i giapponesi aborrano in quanto MMORPG) e sa farti sentire a casa.
Pur andando a parare quasi sempre in tematiche già viste e trattate in altri episodi, lo fa comunque con uno stile piacevole ed ogni volta in maniera singolare e coinvolgete che non stanca mai, andando ad approfondire via via aspetti specifici di capitolo in capitolo.
Bene o male è un po' come una buona pizza Margherita: ne troverai diverse, ma la sostanza è quella: sai cosa aspettarti e la mangerai sempre con gran gusto (sottinteso debbano essere pizzaioli bravi ahahah).
L'ho probabilmente omesso nella mia riflessione perché in primis non aveva pretesa di documentario e perché mi sono soffermato sulla piaga del mercato che ha affossato le produzioni nipponiche, costringendo gli sviluppatori ad adattarsi alle leggi attuali che li costringono a realizzare giochi super longevi; non importa come, conta che abbiano un content complessivo di 200 e passa ore, sticazzi se per svilupparli così bisogna per forza di cose annacquarli di roba superflua, inutile, priva di carisma, mordente e profondità.
In secundis perché me ne sono proprio dimenticato. Come dicevo, ero troppo preso dal momento malinconico e mi sono soffermato su quello.
Ha parlato il cuore e per quanto apprezzi moltissimo Dragon Quest (su certi episodi mi ci son chiuso di brutto), la dimenticanza deriva probabilmente dal fatto che tendo a ricordare prima le opere che porto maggiormente dentro piuttosto che questa saga. Saga di gran qualità e che merita assolutamente; immancabile per tutti coloro che vogliono avvicinarsi ai Japan RPG.
Non per forza vanno giocati tutti (io stesso ne devo completare ancora qualcuno), ma un paio tra i più belli direi proprio di sì, soprattutto per capire e comprendere i tratti distintivi di un genere che ha fatto scuola nel panorama videoludico.
Spero nel mio piccolo di aver esaudito la tua gentile richiesta, e grazie ancora per aver evidenziato tal mancanza che va senz'altro ad arricchire la discussione.
Una discussione che ribadisco nasce un po' come quattro chiacchiere da bar piuttosto che come mera analisi sul genere dei Japan RPG.
In quel caso vi sarebbe fin troppo da scrivere, non basterebbe un lungo saggio (o trattato), eheheh!

あ り が と う ご ざ い ま す。

-il Gu Fantasma-

 
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view post Posted on 1/9/2021, 15:57     +1   +1   -1
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Grazie a te per l'accuratissima disamina! Me la sono letta molto volentieri....
Mi hai ricordato un grande vecchio amico del forum di tanti anni fa.... per un momento avrei giurato fossi lui sotto mentite spoglie se non fosse per l'odio viscerale di quella persona per i jrpg :lol:
Adoro la saga di DQ nonostante abbia al momento finito i capitoli IV, V e VI su DS e il meraviglioso VIII su PS2
 
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view post Posted on 2/9/2021, 12:55     +1   -1
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Ma figurati, contento di aver elargito una disamina interessante (e spero possa esserlo per tutti gli altri).
Ti riferisci per caso allo zio Barraka quando parli di questo grande vecchio amico?
Io potrei essere lui. Oppure tutti. O semplicemente nessuno. Chissà... Dopotutto sono solo un fantasma. Un'entità che vive in una dimensione spaziotempo dove il passato e il futuro si incontrano.
Tranquilli, non sono brillo. E baggianate a parte, come riportato in presentazione, ho lurkato questo forum da una vita (ai tempi avevo diversi account qui sul circuito forumcommunity che usavo per leggere i vari forum e a volte per accedere alle sezioni protette dove scaricare materiale per anime, manga e altro), quindi bene o male conosco anche tutti gli utenti che sono passati da queste parti e il loro prezioso contributo.
Ammetto che ho trascorso le ore a leggervi con nutrito interesse.
E se parliamo della stessa persona, lui era più omaccione da avventure grafiche ed RPG occidentali.
Amante in particolar modo di Star Wars e delle produzioni targate LucasArts (se non dico fesserie).
Quindi non potrei mai essere lui, in alcun modo eheh!

Con l'VIII quanti ricordi, dal grinding compulsivo ad ammazzare quei maledettissimi Slime argento fino al gioco che ti beffa: proprio quando credi di essere ormai alle battute finali, non scopri altro di essere a malapena a metà (o giù di lì).
Il IV e il VI mi mancano (giocati, ma mai finiti). Ho amato il V, ma come sono questi tre episodi su DS?
Queste versioni non le ho mai provate e mi hanno sempre incuriosito.
Così come il V riproposto su PS2 e rimasto però esclusiva giapponese (lo devo recuperare, accidenti).

-il Gu Fantasma-

 
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view post Posted on 9/10/2021, 10:29     +1   -1
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Come al solito, Jrpg e parlate di Square, Mario Papera, Enix, etc.
E Sega niente. Che col suo Phantasy Star fu anni luce avanti alle soluzioni narrative proposte da altri giochi (la morte di Aeris, il passaggio generazionale, etc), che con Shining Force sdoganò in occidente l'rpg tattico quando Fire Emblem non veniva tradotto -all'epoca non andavano le waifu- e che seppe tradurre in formato jrpgistico due serie che avevano un impianto fortemente action: Panzer Dragoon e Yakuza.
Soprattutto se vi piacciono i jrpg a turni tradizionali, DOVETE giocare Like A Dragon. E' esattamente tutto quello ricordate e amate in questo topic, con un'ambientazione non fantastica (ma non per questo scevra da elementi sopra le righe)...anche se non siete fan della serie di origine trovetere sicuramente qualcosa da apprezzare.
 
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view post Posted on 9/10/2021, 12:30     +1   -1
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Oh sommo professor Necro Zen, non è che se scrivo di qualcosa omettendo dell'altro è perché non ne ero a conoscenza.
Avevo persino dimenticato Dragon Quest che in patria è considerato l'emblema del genere.
Ho specificato che il mio intento non era quello di documentario e di certo non ho tempo, voglia – e probabilmente nemmeno le capacità – di scrivere un saggio. Specie su un forum.
A quel punto lo pubblicherei sulla piattaforma del plurimiliardario Bezos; magari ci tiro su pure qualche soldino (ma chi te se incula, Gu?).
Conosco benissimo le serie che hai menzionato, mio caro. Che Iddio mi fulmini per non aver proferito parola in merito.
Riguardo 龍が如く7 光と闇の行方 è infatti nella mia lista dei desideri.
Sì, titolo originale e tra l'altro Like a Dragon è proprio Ryuu ga Gotoku.
Mi manca ancora qualche capitolo, ma appena avrò modo li giocherò per poi tuffarmi sull'ultimo che sembra incarnare tutto ciò che tanto mi manca nei Japan RPG odierni.
Però chiedo scusa, non lo faccio più che scrivo topic sfogo/riflessione personale. Totto' sul culetto per aver osato tanto.

-il Gu Fantasma-

 
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view post Posted on 9/10/2021, 15:48     +1   -1
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Darkside Of Otaku

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Te c'hai i problemi figliolo.
Nessuno ti giudica, perchè non hai peccato come credi. La mia era una constatazione senza niente di personale, ed è esagerato come ti stai comportando. Finchè non difendi con furia cieca e coatta nintendo, nessun professore ti taccerà di lameraggine. Dammi il libretto che ti alzo la media.
 
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view post Posted on 9/10/2021, 17:55     +1   -1

Lord Collezionista

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Personalmente ho giocato tanti bei JRPG in passato, ammetto mai su console Sega, ma il tempo manca e oggi fatico un po' a star dietro a titoli molto lunghi.

Non mi ha mai infastidito farmare senza un domani, ma la difficoltà esagerata e i salvataggi messi un po' a caso. Tante volte ho trovato JRPG ingiustamente punitivi. Qualcosa di bello ho giocato anche di recente, ma molti meno di prima. Si sono evoluti, cercando qualcosa di bell si trova. Octopath Traveler o Lost Sphear per me sono ottimi titoli e un pelo più moderni.
A volte il ricordo ci fa sembrare più belle le cose.
 
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view post Posted on 9/10/2021, 18:20     +1   -1
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Darkside Of Otaku

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tieni conto che una volta si aveva anche più tempo, oggi molti di noi non riuscirebbero a stare dietro a un jrpg dell'epoca senza usare i savestates. adoro il genere, però condivido quello che dici. Mi dispiace anche che nei jrpg odierni non si provi a proporre qualche ambientazione o canovaccio diverso dal solito fantasy, salve rarissime eccezioni (come, appunto Like a Dragon)
 
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16 replies since 24/8/2021, 22:34   225 views
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