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Body Harvest, N64

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cagliari64
view post Posted on 3/11/2016, 12:08     +1   +1   -1




BODY HARVEST - RECENSIONE


Nel lontano 1995 Nintendo si trovò a dover portare avanti l'ambizioso progetto Ultra 64 con la sempre più fondata consapevolezza di un supporto delle terze parti a rischio critico. La casa di Kyoto a tal proposito individuò nel talentuoso team scozzese DMA un potenziale alleato e gli affidò il compito di sviluppare uno dei titoli di lancio della console. Nacque così l'idea Body Harvest.
Il titolo non si presentò però al debutto del Nintendone, le fasi di sviluppo furono infatti caotiche e ricche di problemi. Gli aneddoti si sprecano: cene con un Miyamoto di poche parole, dipendenti Nintendo inviati dal Giappone, barriere linguistiche e attriti di ogni sorta. Nintendo of America dava direttive diverse da quelle provenienti dal suolo nipponico, se da una parte si premeva per una trama articolata e profonda, dall'altra si optava per una semplificazione della stessa. Non era nemmeno chiaro che tipo di gioco sarebbe dovuto essere BH, a un certo punto, quando Nintendo si accorse che la console rischiava di non avere rappresentanti degni del genere, sembrava dover divenire un RPG .
Scoraggiata dagli enormi ritardi e dai problemi, Nintendo abbandonò il progetto. Body Harvest vide la luce solo nel settembre del 1998, a due anni dal lancio della console, e fu pubblicato da Midway in Nord America e da Gremlin in Europa.
Ciò che arrivò sugli scaffali fu un gioco dallo scarso appeal iniziale, e che presentava sotto più aspetti la fase di sviluppo ricca di peripezie; ma è altrettanto vero che questo titolo è impregnato, forse anche per le suddette ragioni, di un indubbio fascino, e a tratti presenta quelle caratteristiche che solo i grandi giochi, quelli immortali, riescono a dare. Scopriamolo insieme in questa recensione.


TRAMA

La trama di Body Harvest è a mio avviso riuscitissima e conferisce al gioco un'atmosfera dalle tinte epiche e angosciose; già dal titolo (uno dei nomi più belli che un videogioco abbia mai avuto) si può evincere il cupo contesto di gioco.
La situazione è infatti alquanto drammatica, una cometa artificiale, abitata da una razza aliena insettoide e nomade, orbita intorno al sole, e ogni 25 anni si avvicina abbastanza alla terra da poter sferrare degli attacchi. Le offensive consistono nell'isolare alcune zone del pianeta attraverso degli scudi energetici inespugnabili, e nel cibarsi di ogni essere umano presente all'interno di essi. Nessuno può scappare, nessuno può accorrere in aiuto, è una vera mattanza. Il fine è quello di riprodursi e colonizzare il pianeta.
Il primo attacco registrato avvenne nel 1916 in Grecia, nel 1941 gli alieni eliminarono la popolazione di Java e nel 1966 il 98% di quella statunitense. Nel 1991 l'attacco iniziò in Siberia, e la battaglia finale si svolse nelle pianure della Cina, dove le ultime forze armate terrestri furono massacrate da oltre un milione di alieni.
I pochissimi sopravvissuti sono qualche scienziato e un drappello di marines, e orbitano ora intorno al pianeta nella segreta Stazione Omega.
Qui ha avuto luogo lo sviluppo di nuove tecnologie in fatto di strumenti bellici, e sopratutto dell'Alpha I, un veicolo capace di viaggiare nel tempo ed essere allo stesso tempo una sorta di terribile hovercraft. All'attacco alieno alla Stazione Omega sarà proprio l'Alpha I a portare in salvo il protagonista, Adam Drake, un marines geneticamente modificato, e sarà qui che la nostra avventura avrà inizio.
Accompagnati dalla scienziata Daisy dovrete viaggiare nel tempo all'epoca dell'inizio delle quattro grandi invasioni aliene, e bloccarle sul nascere, impedendo che gli alieni uccidano gli esseri umani e li utilizzino per sfornare dei pericolosissimi mutanti.
La trama attinge da Terminator, l'Esercito delle Dodici Scimmie e in generale dalla fantascienza cinematografica anni '50 (Assalto alla Terra, Gli Invasori Spaziali, Fluido Mortale, ecc.), il gioco è inoltre ricchissimo di citazioni cinematografiche di ogni sorta (Casablanca, Indiana Jones, Star Wars, ecc), ma ha una sua personalità e originalità, a dispetto di quanto criticato da alcune recensioni dell'epoca che la tacciarono di banalità.


GAMEPLAY

Collocare Body Harvest all'interno di un genere ben definito è impossibile, lo sviluppo controverso lo ha portato a essere tanti tipi di gioco allo stesso tempo, talvolta in mondo convincente, talvolta no. Possiamo descriverlo come uno shoot 'em up in terza persona prevalentemente su veicoli, sandbox action-adventure, RPG basato sull'esplorazione e la risoluzione di puzzle.
Come accennato i livelli saranno la Grecia del 1916, Java 1941, America 1966, Siberia 1991 e la cometa aliena nel 2016, nella quale affronterete il nemico nella sua dimora. Ogni livello è suddiviso in tre o quattro stage, separati tra loro da delle barriere-scudo energetiche. Dovrete avventurarvi nei territori, salvare quante più persone possibili evitando perdite collaterali, uccidere quanti più nemici e infine distruggere il Processor, questo vi garantirà un varco nello stage successivo. Una volta eliminati tutti i Processor, dovrete far fuori lo Shield Generator e, infine, il boss del livello.
Delineta la struttura di gioco vediamo come si portano a termine i succitati compiti.
Inizierete le missioni a piedi, con un'armatura e una poco performante pistola laser. Vi accorgerete presto che le fasi a piedi rappresentano solo una piccola percentuale di gioco, e sono fortemente scoraggianti. Il personaggio infatti si muove lentamente, in modo macchinoso e poco reattivo, è debole e vulnerabile ai colpi, in acqua annega dopo pochi secondi, ecc. Quanto detto di certo non si sposa bene con gli immensi mondi esplorabili di Body Harvest, tra i più grandi mai visti su Nintendo 64. Insomma il gioco fa di tutto per suggerirvi di cercare un veicolo al più presto. E in tal senso si rivela estremamente generoso, il punto forte è proprio la mole sterminata di veicoli utilizzabili. Questi sono logicamente quelli tipici dell'epoca nella quale ci troviamo di volta in volta. L'assortimento di mezzi terrestri, aerei e acquatici è vastissimo, e prevede ogni sorta di trasporto immaginabile. Pensatelo, c'è: elicotteri, girocopteri, aerei da caccia, vecchi bombardieri, mietitrebbie, furgoncini dei gelati, dune buggy, un disco volante, vecchie auto arrugginite, scuolabus, auto della pulizia, furgoni, moto, sottomarini, barche, carri armati, jeep, hovercraft, camion dei pompieri e tanto, tanto altro. Facendo un conteggio approssimativo ho individuato circa 120 veicoli diversi.
Ogni mezzo risponde a determinate caratteristiche quali la sua resistenza agli attacchi nemici, la capienza del serbatoio, la velocità, le capacità off-road, il disporre o meno di armi fisse a bordo (utilissime perché si rivelano spesso micidiali e non decimerete le scorte di munizioni personali), la possibilità di volare o galleggiare, ecc. Nessun veicolo è uguale a un altro, spesso la scelta di uno o l'altro è strategica, e talvolta un solo mezzo può farci superare un determinato punto.
Vi sentirete particolarmente fortunati quando sarete a bordo di mezzi militari. Questi solitamente hanno una potenza di fuoco alta o devastante (i cacciabombardieri e la nave da guerra col cannone danno una soddisfazione altissima, ma pure i carri armati non scherzano) e munizioni infinite. Il miglior compromesso nel gioco sono i veicoli militari discretamente veloci, con buone capacità off-road (o anfibi), gran serbatoio, ben corazzati, e con un'arma capace di mirare liberamente (non vincolata in assi fisse); rendono le cose decisamente più facili.
I nemici sono disseminati ovunque e, salvo qualche occasione non vi è respawn dopo la loro morte. Sono enormi insetti/aracnidi in parte organici e in parte meccanici, dalle sembianze di enormi ragni, libellule, scorpioni, mantidi, vespe, ecc. decisamente divertenti da far esplodere in mille pezzi. Presi singolarmente non sono difficili, ma quando affollano l'area in cui vi trovate e non siete a bordo di un veicolo allora è difficile anche solo riuscire a scappare, morirete prima di poter pensare di scappare. Gli ultimi livelli sono impossibili da attraversare a piedi, pena morte istantanea, non importa quanto siate ben armati.
Vi sono due tipologie di nemici, quelli standard e le harvest wave. I nemici comuni appaiono in predeterminati punti del livello e sono solitamente poche unità, quasi sempre non rappresentano un grosso pericolo perché potrete affrontarli con calma, infatti non prendono di mira gli esseri umani indifesi. Le harvest wave invece sono spesso un bel grattacapo. Il gioco vi segnalerà quando queste ondate di insetti attaccano i centri abitati, e dovrete annientarle prima che facciano fuori troppe vittime. Il protagonista delle harvest wave è l'Harvester, una sorta di enorme ragno che produce una gelatina capace di inglobare gli umani. Se durante la stessa ondata saranno imprigionati otto esseri umani allora nascerà un Mutant, e vi garantisco che sia meglio non averci a che fare, è capace di uccidervi istantaneamente. Insomma, non appena un'harvest wave apparirà dovrete precipitarvi sul luogo e farla fuori, e talvolta l'inferiorità numerica sarà imbarazzante, quindi è meglio presentarsi ben armati, con il veicolo giusto e con le abilità di Rambo. Quando troppi esseri umani vengono uccisi (anche dal fuoco amico) l'umanometro salirà troppo e sarà game over, dovrete riniziare tutto il mondo da capo.
I Processor di fine livello e gli Shield Generator di fine mondo sono molto ben protetti da orde di nemici, trovate il veicolo giusto e mitragliate, bombardate, annichilite, insomma "crush 'em" come recita la canzone utilizzata per questo bellissimo tributo al gioco www.dailymotion.com/video/x2v9u95
Ma la vera ciliegina sulla torta sono i boss di fine mondo, qui DMA ha fatto un lavoro coi fiocchi. Questi sono estremamente ben realizzati, enormi nelle dimensioni, generosi in fatto di esplosioni, scariche elettriche e fuochi di ogni tipo, aiutati da vari scagnozzi, e, soprattutto, divertentissimi da affrontare. Infatti i boss si combattono a bordo dell'Alpha I, che ci permette uno strafe continuo. Una volta presa padronanza del mezzo sarà un piacere muoversi intorno ai bestioni mentre si schiva e spara allo stesso tempo. Più colpi metterete a segno e più il nemico elargirà dei bonus di energia e soprattutto armi pesanti, altamente soddisfacenti nell'utilizzo. L'unico appunto che posso fare alle boss battle è una difficoltà che avrei preferito maggiore. Purtroppo per rigiocarle, una volta sconfitto il boss, è obbligatorio collezionare degli oggetti nascosti nei vari livelli.
Negli aspetti sopracitati Body Harvest riesce benissimo, l'azione, quando c'è, è adrenalinica e sfrenata.

Non di sola azione vive l'uomo, e Body Harvest vede anche lunghe fasi esplorative, mettendoci nella situazione di dover parlare con i vari personaggi che incontreremo (e solitamente dovremo aiutare) e risolvere dei puzzle. Le meccaniche di dialogo e interazione con l'ambiente sono anacronistiche pure considerando l'anno di uscita del gioco, molto macchinose e lente, da 3D di primissima generazione. Sono inoltre presenti alcune side-quest, utili per non far salire troppo l'umanometro, come ad esempio riuscire a ottenere le chiavi di camion dei pompieri e spegnere un incendio prima che muoiano troppe persone, o salvare dei bambini davanti a una scuola (la soluzione più istintiva sarà utilizzare lo scuolabus, ma...). I puzzle e i misteri da scoprire sono ben lontani da uno Zelda, ma in qualche occasione non sono affatto male.
Questa seconda natura di Body Harvest ci porta a scoprire un grosso difetto del titolo, ovvero il sistema di salvataggio, vediamo cosa mette in relazione le due cose.
Come ho scritto, i livelli sono immensi, inoltre spesso alcune aree sono raggiungibili dopo lunghi tragitti e solo dopo aver risolto un determinato puzzle o trovato uno specifico veicolo. Quindi la prima volta che affronterete un livello sarà divertente visitare ogni posto, entrare nelle case, parlare con la gente tra un massacro di insetti e l'altro, cambiare i veicoli e scoprirne di nuovi, ecc. Ma non avrete modo di salvare fino a quando non avrete distrutto il Processor, quindi se morirete dovrete rifare ogni cosa da capo, e parlo di sessioni anche di 20-30 minuti, nelle quali dovrete entrare nuovamente nelle case, parlare nuovamente col personaggio chiave di turno, collezionare oggetti, munizioni e così via. Considerate inoltre che aprire le porte, i cassetti, gli armadi, attivare gli interruttori, ecc. risulta abbastanza lento e il personaggio negli ambienti chiusi cammina pianissimo. Insomma, morire risulta snervante, perché se affrontare i nemici non stanca mai, ripercorrere per dieci volte lo stesso percorso lento e facilissimo, facendo sempre le stesse cose, non è ciò che associo all'idea di divertimento. La morte equivale quasi sempre a un quit rage, soprattutto quando si cade accidentalmente in acqua (solitamente per colpa di un sistema fisico non perfetto del gioco) e non si riesce a raggiungere la riva.
Questo ha portato tantissimi giocatori ad abbandonare Body Harvest molto presto, senza scoprire quanto realmente possa offrire. Fortunatamente si può almeno salvare prima di distruggere gli Shield Generator e prima di affrontare i boss.
Il sistema di controllo nelle fasi a piedi non consente di muoversi e mirare allo stesso tempo con la dovuta efficacia, risulta un pò macchinoso; una soluzione alla Jet Force Gemini avrebbe sicuramente giovato, ma anche una più semplice come quella adottata in Ocarina of Time. Per fortuna quando si utilizzano i veicoli non si hanno problemi di reattività ai comandi, le uniche grane possono arrivare da alcuni mezzi che richiedono un po' di pratica o da qualche bug occasionale, ma in questo senso i controlli sono ben studiati. Inizialmente utilizzavo la mira con le meccaniche da FPS, ma una volta fatta pratica ho trovato molto più semplice far fuoco in movimento senza usare la mira manuale.


GRAFICA

La veste grafica non è certo il punto forte di Body Harvest. La natura open world con spazi sconfinati mal si sposa con un hardware partorito nel 1995; i modelli poligonali sono poveri, le texture sfocate (con qualche eccezione) e l'effetto nebbia pervade tutti gli ambienti, inficiando in più punti la giocabilità. Gi esseri umani sono realizzati malissimo. Non è però tutto da buttare, anzi; i veicoli sono riprodotti discretamente, talvolta molto bene, il frame rate si mantiene sempre su buoni livelli (ho notato rallentamenti solo in Siberia con una cinquantina di insetti sullo schermo, una cosa mai vista, un vero esercito), i nemici, specialmente i boss, sono ben realizzati e le fasi shooter regalano un altissimo tasso di esplosioni, schizzi di liquidi biologici, scariche elettriche, ecc. Uccidere un Harvester regala un bel momento: prima trema sulle sue zampe, poi inizia a zampillare liquido dal di dietro e infine implode, con tanto di punteggio uccisione in mostra (tutto molto arcade).
Questi aspetti possono in parte far dimenticare le spoglie ambientazioni abbastanza monotone del gioco. Stilisticamente il lavoro è molto povero nella maggior parte dei casi, i livelli infatti non mostrano quella personalità e caratterizzazioni che ci si aspetta leggendo i loro nomi. La Grecia presenta le abitazioni bianche, qualche riferimento alla storia e ai miti greci, Java è piovosa, fangosa e con le palafitte, l'America vede, oltre alle zone desertiche, un contesto urbano e la Siberia è una monotona distesa verde e bianca, con qualche edificio militare e piccoli centri abitati. Ma la solfa è sempre la stessa, cambiano solo i colori e qualche dettaglio.
Insomma abbiamo una grafica sottotono ma funzionale al divertimento, alla fine l'unico difetto che realmente pesa è l'eccessiva nebbia, questa arriva a rendere le fasi aeree praticamente impraticabili senza l'utilizzo del puntatore e della mappa.
Si sarebbe sicuramente potuto fare di più anche per quanto riguarda le animazioni, molto robotiche.
Un vero e proprio problema sul lato tecnico è rappresentato dai bug di gioco abbastanza frequenti e da un saltuario incastrarsi da qualche parte dei veicoli.


SONORO

La colonna sonora di Body Harvest è atipica, e centra decisamente il bersaglio. Le musiche orchestrali durante le fasi esplorative sono calme ma profonde, per poi diventare subito tese e pressanti all'emergere del pericolo. Se inizialmente le tracce audio di gioco non vi faranno impazzire, dopo decine di ore di gioco imparerete ad apprezzarle come meritano.
Le tracce che invece convincono da subito, con le loro trame coinvolgenti, misteriose e a tratti nostalgiche, sono quelle dei vari menu e delle sezioni indoor, davvero bellissime. Tra le musiche più belle vi sono inoltre quella di completamento livello e quella di fine gioco.
Gli effetti sonori non colpiscono per varietà e numero, ma fanno il loro dovere. Alcuni suoni sono estremamente soddisfacenti e appaganti, come quello udibile alla morte di un nemico (da seria dipendenza - qualcuno ha detto Ocarina of Time?) o quando investite un essere umano (peccato che sia sconsigliabile farlo).


CONCLUSIONI

Body Harvest fu un progetto ambiziosissimo che si tramutò in un prodotto sorprendente per molti aspetti e mediocre per altri. DMA il grande successo lo raggiunse comunque, oggi si chiama Rockstar Games e i tempi della guerra agli insetti sembrano ormai lontani, ma a mio avviso già allora crearono qualcosa di speciale, a dispetto dei problemi avuti in fase di programmazione.
Nel 1998 un gioco del genere era estremamente atipico, con i suoi spazi enormi completamente esplorabili e quel numero spropositato di veicoli diversi da utilizzare. Riusciva a divertire e a coinvolgere grazie al suo fascino e agli spietati massacri dei nemici. Tuttavia un sistema di salvataggio da rivedere completamente, una grafica mediocre, qualche bug, meccaniche lente (ma mai quelle d'azione, sia chiaro) e una distribuzione non ottimale lo hanno affossato nella schiera dei titoli che non molti oggi ricordano.
Se siete degli hardcore gamer armati di molta pazienza e determinazione, e una grafica nata male e invecchiata peggio non vi spaventa, provate a scoprirlo. Portare a termine questo titolo da una soddisfazione che pochi altri giochi possono regalarvi.



Edited by cagliari64 - 3/11/2016, 13:13
 
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